Sunday, 7 November 2010

A walk in Montepulciano to descover the italian tradition of Cesare and Iolanda Mazzetti that have inherited a long family tradition in copper craft


A Montepulciano per riscoprire uno tra i pochissimi veri artigiani del rame.

Cesare e Iolanda Mazzetti sono gli eredi di una lunga tradizione familiare nella lavorazione del rame.

Noi del Fontanaro abbiamo trascorso due ore emozionanti con loro e consigliamo a tutti i nostri ospiti una visita in rameria per scoprire i trucchi e i segreti di questa antica e romantica attività artigianale.


Così Cesare racconta la storia di famiglia:

"Alla fine del 1800 mio nonno, non potendo più fare il contadino per una caduta da una quercia, tornò in paese ed essendo appassionato della lavorazione dei metalli, cominciò a battere il rame. Comprava il grezzo da una fonderia del Gran Sasso e modellava i paioli. Poi acquistava vasellame, da finire, a Barga (Lucca) e le lucerne fiorentine a Firenze.

Mio nonno lavorava e mia nonna iniziò ad andare ai mercati per vendere. Andava a Chianciano, Pienza, Petroio, Torrita. Avevano il calesse con cavallo. Poi, dopo diversi anni, furono i primi a Montepulciano ad acquistare un camioncino: il 101 Fiat.

L'autista si chiamava Lupo Remo Cozzi: è scomparso nel 2001 all'età di 100 anni!

Nel 1903 mio padre era ragazzetto e mia nonna lo mandò a imparare il lavoro di fino dal Mastro Ramaio "Ghiotto".

Imparò con passione a fare brocche, pentole, padelle, vasellame, piatti artistici.

Mia nonna pagava, al Mastro Ramaio, 10 soldi la settimana, per fargli imparare il mestiere di fino.

Nacque così la Rinomata Rameria Mazzetti.

Avevano la bottega in Via Garibaldi: sotto battevano il rame, e sopra esponevano e vendevano. Aprirono poi una succursale di vendita a Chianciano, in Via Roma.

Nel frattempo, il maestro di mio padre morì, e mio padre comprò tutti gli arnesi, i punzoni, le incudini, le forgie, i torni, che risalivano al 1857.

Ancora oggi li conservo gelosamente e ci lavoro il rame: è uno spettacolo vederli.

Io ci ho imparato a fare i fiori, le foglie, ecc. Ancora funzionante è la forgia a pedale, con la chiocciola per il vento: ottima per scaldare pezzi grossi.

Nel 1929 mio padre sposò mia madre. Seguirono anni dolorosi, in cui per molte traversie morirono i miei nonni e alcuni miei zii.

Rimasti soli mio padre e suo fratello, la rameria rallentò il lavoro. Però mio padre non si dette per vinto e continuò con il sostegno di mia madre a battere il rame.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, mio padre fu preso dai Fascisti e portato in giro per la Toscana a fare la "raccolta del rame per la Patria", perché in Italia non avevamo più miniere di rame e questo metallo era necessario per fare i proiettili.

Ricordo che, quando tornava a casa, diceva: "Ogni colpo dato alla brocca, al paiolo, è come un colpo al mio cuore."

Mio fratello Bernardo è nato nel 1930, io nel 1936 e con mio fratello più grande eravamo sempre in bottega.

Non avendo più rame disponibile, facevamo gli stagnini.

A 4 anni io ero addetto a far girare la forgia a pedale. Facevamo la stagnatura delle pentole per gli alberghi di Chianciano. Poi anche questo lavoro diminuì, perché le pentole in rame venivano sostituite da quelle in alluminio.

Mio fratello andò a Firenze a fare il trasportatore e poi l'idraulico. Io rimasi con mio padre e si fece un po' di tutto: gli stagnini, gli elettricisti, gli idraulici; facevamo anche la zincatura delle casse da morto! Al ritorno dal servizio militare, aprii una piccola azienda di idraulica. Visto che il rame era nuovamente disponibile, mio padre riprese a fare il ramaio, e la sera mi chiedeva spesso di aiutarlo, perché aveva molti clienti, italiani e stranieri. Nella mia attività mi capitò di fare molti lavori in rame: coperture di tetti per chiese e banche, fontane, cornici e boccalupi per ville della zona, cappe per ristoranti.

La fama della nostra Rameria continuò a crescere, e attirò anche dei giornalisti. Mi colpì la risposta che mio padre dette alla loro domanda: "Quando Beppe smetterà, chi continuerà?" Mio padre rispose: "Spero che mio figlio Cesare possa lasciare i suoi operai e tornare a battere il rame, come gli ho insegnato." Questo mi fece riflettere su quanto era forte il mio amore per il rame, per la bellezza di creare, modellare, cesellare. Insieme a mia moglie, promisi quindi a mio padre che avremmo continuato la tradizione di famiglia.

Nel 1982 mio padre morì, ma noi aprimmo una piccola Bottega del Rame per i clienti italiani e per i turisti: è stato un successo! Le richieste per i nostri prodotti artigianali di altissima qualità aumentarono, e dopo qualche anno io decisi di lasciare la mia azienda ai miei operai, e tornai a dedicarmi esclusivamente alla lavorazione del rame.

Sono felice di averlo fatto, perché fare ciò che si ama fare, lavorando con passione e serietà, dà una grande soddisfazione: si vive sereni e si crea intorno a noi un grande amore, la dimensione vera della propria vita."


IN ENGLISH:


A walk in Montepulciano to discover the artesanl shop and laboratory of Cesare and Iolanda Mazzetti that have inherited a long family tradition in copper crafting.


We're from Fontanaro have spent the best 2 hours with theme, they give us all the information and secret about the world of copper and when Cesare started to make a craft for us we really feeled emotinated watching his hability and romantic job J

This is how Cesare tells us his family history:

"At the end of the 19th century, my grandfather was a farmer. After falling from an oak tree, he had to stop this activity and came back to Montepulciano. He was good at metal working, so he started crafting copper. He used to buy rough copper from a foundry in Gran Sasso to make his pots. He also used to buy unfinished tableware near Lucca and lanterns in Florence. My grandfather was crafting copper and my grandmother started going to the markets to sell it. She used to go to Chianciano, Pienza, Petraio, Torrita. They had a horse calash. Then, after several years, they bought the first pick-up in Montepulciano: the Fiat 101. The driver was named Lupo Remo Cozzi: he died in 2001 at the ripe old age of 100!

In 1903 my father was a young boy and my grandmother sent him to learn the "fine" work from a master coppersmith named "Ghiotto". He learned with passion to craft jugs, pots, pans, tableware, artistic plates. My grandmother paid 10 soldos a week to the master coppersmith to teach him the "fine" work.

That is how the Renowned Rameria Mazzetti was born. Their workshop was in Via Garibaldi: downstairs they crafted copper, upstairs was devoted to exhibition and selling. Then they opened a branch store in Chianciano, in Via Roma.

In the meanwhile, Master Ghiotto died, and my father bought all his tools, stamps, anvils, forges, lathes, which dated back to 1857. I still use them with love to craft copper: they are wonderful! On them I learned to craft flowers, leaves, etc. The pedal forge, with his wind wheel, is still working.

In 1929 my father married my mother. The following years were painful as my grandparents and some of my uncles died for several tribulations. My father and his brother were left alone, and the workshop slowed down. But my father didn't give in and carried on working copper, with my mother's support .

During Second World War, my father was forced by Fascists to travel around Tuscany to collect the copper needed to make munitions, as Italy was short of copper mines. I remember that when he came back home he used to say: "Each stroke given to a jug, to a pot, is a stroke to my heart."

I was born in 1936 and with my older brother I spent all my time in the workshop. Since there was no copper available, we became tinsmiths. When I was 4, I was in charge of spinning the pedal forge. We tinned pots for Chianciano hotels. Then even this job slowed down, as copper pots were replaced by aluminium tools.

My brother went to Florence to work in trasportation, then he became a plumber. I stayed with my father, and we were doing all sorts of jobs: tinsmiths, electricians, plumbers. Coming back from military service, I opened a small plumbing company. Since copper was again available, my father resumed crafting, and at night he often asked me to help him, since he had many cystomers, in Italy and abroad. In my activity, I had several opportunities to make copper works: roof tiling for churches and banks, fountains, frames and finishings for villas, fireplaces for restaurants.

The reputation of our workshop kept growing and drew the attention of some journalists. I was impressed by the answer he gave to their question: "When you retire, who will continue?" My father answered: "I hope that my son Cesare will leave his company and come back to copper crafting, as I taught him." This made me think how strong my love was for copper and for the beauty of creating, molding, chiseling. My wife and I promised my father that we would continue the family tradition.

In 1982 when my father died we opened a small Copper Shop for Italian customers and for tourists: it was a great success! The request for our high quality workmanship and products continued to grow. Soon I decided to leave my company to my workers and devoted myself exclusively to copper crafting.

I'm happy I made that decision. I derive great satisfaction doing what I love. I work with passion and integrity and my life is peaceful and full of love.
I've found the real dimension of my life.


If you like to go and visit the "rameria" don't hesitate to contact us, it will be a pleisure to advise Mr. Cesare in advance for you :)

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