Monday 1 November 2010

Danilo Rea, Ludovico Enaudini and many more Live at the University of Perugia

JAZZ CLUB all'Università - Perugia novembre 2010

Jazz goes to college era il titolo di un famoso lp registrato dal vivo (era il 1954) nelle università americane dal quartetto di Dave Brubeck, ed ora il jazz entra nell' Università anche a Perugia. Lo fa attraverso l'ingresso principale, con la stagione del Jazz Club che in gran parte si svolgerà nell' aula magna della facoltà di medicina.

Prima, il 14 novembre, il quintetto di Roy Hargrove, spiritualmente erede di Lee Morgan e di una gloriosa stirpe di suonatori di tromba di radici bebop.

Il 25 novembre toccherà al il quartetto di Charles Lloyd, singolare figura di hippy che negli anni '60 conobbe una popolarità immensa con un jazz californiano intriso di aromi psichedelici. Non solo per questo, in verità: nel suo quartetto, allora, il pianista era un giovanissimo Keith Jarrett, ed il batterista un acerbo Jack DeJohnette. Della serie: saranno famosi.
Sempre a medicina si terranno i concerti di solo piano di Ludovico Einaudi e di Danilo Rea (quest'ultimo, con la rilettura delle canzoni di Fabrizio De Andrè), il trio di Roberto Gatto, e lo strepitoso progetto di Stefano Bollani su Frank Zappa (un estroso come Bollani doveva necessariamente «inciampare» in un visionario come Zappa).

Due concerti saranno al teatro Pavone: il coro gospel The Mighty Clouds of Joy il 23 dicembre (tipica data natalizia: lo stesso coro sarà a Orvieto per Umbria Jazz Winter), e la Perugia Jazz Orchestra con due ospiti speciali, il batterista Joe Chambers ed il sax tenore di Pietro Tomolo). Un concerto toccherà anche il teatro Morlacchi, dove sarà di scena la big band Clayton-Hamilton con special guest il crooner John Pizzarelli, figlio d'arte ed oggi una delle voci più amate dal pubblico americano. Un precedente, per questa stagione jazz all'università in realtà c'era stato, perchè nel corso dell' ultima edizione di Umbria Jazz i Funk Off avevano tenuto un concerto-street parade proprio davanti a quella facoltà, accompagnati dagli studenti che ancora, a luglio, bazzicavano le aule, e seguiti con gli occhi dai malati dell'ospedale: molte finestre si aprirono per lasciare entrare un pò di allegria e leggerezza. I concerti jazz a medicina sanciscono di fatto l'incontro tra il mondo universitario ed il jazz, che fino al citato concerto dei Funk Off non si erano sfiorati, al contrario di quanto accade da sempre in America
Fonte: AGI

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